Accesso al pensionamento con “Opzione Donna”: novità per il 2023

da | 11 Gen 2023 | Previdenziale

Opzione Donna 2023: come funziona? Cosa cambia? Chi vi può accedere con i nuovi requisiti ristretti?

In questo articolo vi forniamo i primi chiarimenti sulle novità previste per la disciplina normativa applicabile nel 2023.

Opzione Donna è stata confermata anche per il nuovo anno, ma la platea delle potenziali beneficiarie risulta molto ristretta rispetto al passato, per effetto di quanto deciso dal Governo con l’ultima Legge di Bilancio. Infatti, rispetto all’anno precedente, sono stati introdotto nuovi e stringenti vincoli per l’accesso alla nuova Opzione Donna 2023.

Oltre al calcolo del trattamento, già presente, nella forma riduttiva del sistema contributivo, l’opzione sarà possibile con 35 anni di anzianità contributiva ed un’età anagrafica di 60 anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni.

La prima novità, quindi, è che, diversamente dalle precedenti versioni di Opzione Donna, dal 2023 viene meno la distinzione, per quanto riguarda il requisito anagrafico, tra lavoratrici autonome e dipendenti.

L’altra novità di maggiore rilievo per Opzione Donna 2023, riguarda il nuovo vincolo per accedervi, in quanto le lavoratrici devono in primo luogo risultare appartenenti ad una delle seguenti categorie:

a) Caregiver che assistano, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo3, comma 3,della legge 5 febbraio 1992, n.104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;

b) invalide (inabili al lavoro) almeno al 74%; la cui riduzione della capacità lavorativa, quindi, sia stata accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile;

c) licenziate o dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n.296.

   

Resta in vigore il meccanismo di differimento nell’erogazione del primo rateo pensionistico, ovvero la finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi le autonome. Quindi le prime finestre si apriranno rispettivamente a partire dal prossimo 1° Febbraio 2023 per le dipendenti e dal 1° Agosto 2023 per le autonome.

Le donne che hanno maturato i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalle leggi previgenti entro il termine prefissato godono della cosiddetta cristallizzazione dei requisiti.

Questo significa che se, anche la pensione si colloca successivamente al 31 Dicembre 2022, avvalendosi di questa opportunità le donne possono andare in pensione a 58 anni di età se dipendenti (o 59 anni le autonome) se hanno raggiunto i 35 anni di contributi, maturando tutti i requisiti al 31/12/2021. Non scatta l’adeguamento alla speranza di vita e non si applica la disciplina prevista per il 2023.

Si resta in attesa dei necessari chiarimenti INPS.

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